Studiare per molti ragazzi è una cosa scontata, per alcuni quasi un obbligo, ma per Malala Yousafsai, ragazzina afgana, le cose vanno diversamente; da una giovane età ha dovuto capire cosa vuol dire vivere nella paura degli attentati preparati dai talebani nella Valle dello Swat, terreno che dal 2007 era sotto il loro controllo e dove hanno seminato soltanto violenza incendiando scuole femminili e minacciando e ammazzando i loro oppositori politici. Malala dagli undici anni ha cominciato con un blog sul web dove raccontava com'era la vita delle ragazzine afgane, le loro paure, la loro voglia di ricevere una educazione e il loro sconforto al non riuscire ad andare a scuola. Qualche anno dopo nel 2009 la BBC ha pubblicato sotto pseudonimo alcuni frammenti dal suo diario e cosi l'occidente ha finalmente capito cosa dovevano vivere giorno dopo giorno questi ragazzi in mezzo alla guerra e tutte le proibizioni, le minacce se andavano a scuola, come per esempio una mattina su ventisette compagne arrivarono soltanto in undici, i cadaveri trovati in alcune strade, non potere fare da un anno neanche un pic nic in famiglia.
"La mia Swat è anch'essa molto bella, ma non c`è pace", "potrebbe essere anche l'ultima volta che vado a scuola", "il suono dell'artiglieria riempe la notte", sono questi i suoi pensieri, le ha dato voce ai tanti ragazzi che come lei vorrebbero una vita diversa, e così anche loro, i talebani hanno visto in lei una minaccia, ragione per la quale all'età di quatordici anni, nel 2012 mentre usciva da scuola, a Mingora, è stata colpita da un proiettile in testa. I talebani hanno subito revindicato l'attentato e l'hanno dicchiarata "persona anti-talebana". Da subito la sua situazione è stata molto grave ma per fortuna, ha vinto la sua giovane età e la voglia di vivere, perché questa ragazzina degli occhi neri si è salvata e continua la sua lotta perchè l'istruzione sia un diritto per tutti i bambini, perchè come dice lei "Un bambino, un insegnante, un libro, una penna, possono cambiare il mondo. L'istruzione è l'unica soluzione". Quei proietili hanno fatto solo che lei continuase con più forza il suo cammino verso un mondo dove l'istruzione possa essere alla mano di tutti i bambini.
Secondo organizzazioni come l'ONU e l'UNICEF il livello d'istruzione scolastica nell'Asia Meridionale è del 68%, nell'Africa subsahariana del 57%. Molti di questi bambini che non hanno la possibilità di frequentare una scuola devono affrontare ogni giorno lo sfruttamento, facendo lavori pesanti nella maggioranza dei casi in condizioni di pericolo e senza via d'uscita; l'analfabetismo maschile nel mondo è del 19% mentre il femminile è del 34%.
Queste cifre indicano chiaramente che la situazione per le bambine è la più allarmante tenendo conto che invece di andare a scuola fanno lavori forzati, vengono sfruttate sessualmente e molte di loro hanno delle gravidanze precoci, mamme bambine che devono crescere altri bambini senza avere il diritto di scegliere. Parliamo di paesi come l'Afganistan, Pakistan, Burkina, Nepal, India, Nigeria, Yemen e Tanzania, alcuni dell'America Latina e dal Caraibi; molte di queste bambine con la crescita passano ad essere soggiogate e sfruttate dal marito.
La candidatura al Premio Nobel per la Pace di Malala Yousafsai dimostra che la società sta cominciando a vedere chiaramente che è necessario un cambiamento, un mondo dove l'istruzione non continui ad essere un privileggio ma un diritto.
(Jhoana Ostos Tavera)
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