venerdì 31 maggio 2013

La ragazza dell'Est


Una storia incredibile.
Ma, mostruosamente, vera.

Anno 2010. La ragazza era russa. Minorenne. Si prostituiva.
Era arrivata a Bologna con un giro di sfruttatori, senza sapere, diceva lei, cosa l’aspettasse. Vero o no, a un certo punto era approdata ad una  associazione per imparare un poco d’italiano. Lì, aveva conosciuto un gruppo di donne “normali”, con un lavoro per bene – da badante ad avvocatessa, addirittura – e figli, a volte, o genitori da rendere orgogliosi, o un progetto di vita, o un amore….
Avevano tutte le età, e tutte le esperienze, e provenivano da tutti i paesi del mondo: e lei, un po’ di amicizia l’aveva fatta.
Al punto che, per farla uscire dal “giro”, l’avevano coinvolta in un progetto dei servizi sociali per i minori non accompagnati. Ospitata in casa-famiglia, guardata a vista, supportata.
Aveva fatto un corso di formazione, aveva preso un attestato. Una piccola riqualificazione, una scommessa vinta con se stessa.

Poi, è diventata maggiorenne.

Espulsa dalla casa per minori. Ebbene sì, RIMESSA IN STRADA.

“E’ maggiorenne”, dicevano le assistenti sociali, “Non è più affar nostro”. Con l’immancabile: “Non possiamo farci niente”…..

La ragazza è sparita. Non sappiamo più nulla di lei.

Perse, anche noi, nel vortice delle emergenze, dei bambini, dei disoccupati, dei malati. L’abbiamo lasciata scivolare via dalle nostre giornate. E, prese dalla precarietà del nostro stesso lavoro, delle esigenze dei nostri figli, dei nostri anziani, abbiamo dovuto – voluto? – guardare altrove. Per incuria, sfinimento, esasperazione. Facendo del nostro meglio, che non è mai abbastanza.

Come dicevo: la ragazza è sparita. Oggi, non sappiamo più nulla di lei.

(Alessandra Lazzari)

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